Quando lealtà fa rima con Inarcassa

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"Lealtà è una parola dal suono dolce, estremamente eufonica, eppure a un passo dal diventare desueta: non capita spesso di usarla nel linguaggio di tutti i giorni né tantomeno in un contesto sentimentale.”
Molto vera ed anche molto triste questa bella riflessione di Letizia Pezzali scoperta nel suo romanzo che si chiama, appunto, ‘Lealtà’. Come tutte le grandi virtù, la lealtà non accetta compromessi. O siamo leali, quindi affidabili, credibili e trasparenti, o semplicemente non lo siamo, lasciando venir meno tutto il resto. Ed essere leali paga, magari non nell’immediato ma certamente nel tempo, migliorando tutti gli aspetti della nostra vita.
La lealtà è anche l’unico vero modo per tenere saldo un patto fiduciario, non solo tra persone, ma anche, ad esempio, con le istituzioni, con lo Stato e verso le regole. E mai come in quest’epoca dolente, la lealtà dovrebbe rientrare a tutti gli effetti nel lessico comportamentale di ognuno di noi. Come ebbe saggiamente a dire il presidente di Confindustria Bonomi, la dimensione della lealtà dei rapporti istituzionali è fondamentale in un Paese che deve uscire da un periodo di crisi drammatica, crisi sanitaria, sociale ed economica.”
La lealtà previdenziale poi, soprattutto per noi liberi professionisti, è una delle più dure da perseguire. E non solo perché rivolta a noi stessi, ma perché le regole a cui risponde evolvono nel tempo, sono mutevoli e imprevedibili. Ma sono pur sempre regole. La lealtà previdenziale per un lavoratore autonomo è esigente e rigorosa. Il suo rispetto garantisce un sostegno nel futuro, tanto più grande quanto più saremo capaci di onorarla. Va detto, tuttavia, che la lealtà è per natura biunivoca.
Ecco perché Inarcassa è leale, sia verso i suoi 174.000 associati, sia verso le istituzioni, sia verso le norme che deve rispettare. Leale sempre, all’interno come all’esterno; di fronte a provvedimenti discutibili, che accetta con rispettoso silenzio, o davanti a comportamenti insinceri, assunti per opportunismo e banale egoismo.
Leale, perché quando si è responsabili di un bene così cruciale come il risparmio previdenziale, si coinvolgono il futuro e la dignità dei nostri iscritti e delle loro famiglie e si traguardano periodi di tempo così lunghi da richiedere una particolare attenzione alle scelte di investimento ed alla valutazione dei rischi. Leale, perché quando si gestisce un patrimonio che sfiora i 13 miliardi di euro si deve saper rispondere ai più elevati standard internazionali di trasparenza, correttezza e sostenibilità.
Ma l’attenzione agli aspetti economici non deve distogliere l’Associazione dal valore morale dell’impegno assistenziale. La tutela del futuro passa anche attraverso il benessere degli architetti e ingegneri liberi professionisti e il nostro operato sarà valutato non solo attraverso i numeri ma anche per come riusciremo a migliorare la qualità della vita dei colleghi.
Ci auguriamo che il legislatore vorrà continuare ad assecondare il processo di evoluzione che ci ha resi efficaci “strumenti” di welfare per affrontare le complesse evoluzioni del tessuto sociale avvenute dal dopoguerra in poi e che oggi rappresentano la storia della Cassa. Una storia lunga oltre sessant’anni, fatta di lealtà, onestà e volontà. Valori irrinunciabili, che in quest’epoca ambigua non abbiamo mai smesso di perseguire, senza dimenticare la nostra identità.
Inarcassa continuerà ad offrire certezze per ritrovare la fiducia nel Paese e per essere sempre un modello da seguire.
 

 



In copertina: photo by Hannah Busing on Unsplash

 

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